Concorsi

52CON

TIPOLOGIA: A – ARCHITETTURA
DENOMINAZIONE: CONCORSO DI PROGETTAZIONE IN DUE GRADI “RIQUALIFICAZIONE PALAZZO GAGLIARDI DE RISO DA DESTINARE A POLO CULTURALE E DEL TURISMO ECOSOSTENIBILE”
COMMITTENTE: AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA

AUTORI: GIOVANNI LAGANA’ CON PIETRO BARLETTA, ANTONIO CAMILLÒ, VINCENZINA FAZIO, GIUSEPPE MASSARA, FABIO MONTELEONE, SERGIO POLICARO
ANNO: 2023
SUPERFICIE: 850,00 MQ
COSTO COMPLESSIVO DELL’OPERA: € 5.150.000,00

ABSTRACT

“… La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri…” (Gustav Mahler)

Palazzo Gagliardi-De Riso è un immobile caratterizzato dal duplice rapporto tra insediamento urbano e tipologia edilizia, dove ogni elemento tipologico che lo contraddistingue ripercorre l’evoluzione storica della città che negli anni ha portato all’attuale conformazione. Intraprendere un progetto di riqualificazione e riuso di un edificio storico come quello di palazzo Gagliardi-De Riso vuol dire accostarsi alla storia di una comunità che parla attraverso le sue pietre. Il fascino e il tempo, insieme alla gravità (matericità) e alla luce, come “splendor del Vero”, rappresentano i canoni estetici più autentici che l’edificio riesce ad emanare ancora oggi.
La nostra idea affronta il tema dell’architettura essenziale e del contrappunto: elementi che si relazionano all’esistente rispettandone la metrica ottocentesca in un linguaggio semplice e leggero, restituendone allo stesso Palazzo una nuova veste di matrice contemporanea.
Il concept di progetto si muove fra due dimensioni tra loro correlate: la tutela e la valorizzazione e sposa la filosofia del “restauro critico e inventivo” attraverso la previsione di una serie di operazioni finalizzate all'integrità dell’immobile, al recupero dello stesso nonché alla conservazione e trasmissione dei suoi valori culturali in veste contemporanea. Una facciata diafana, di forma rettangolare, che si contrappone a quella del prospetto principale che costeggia Corso Umberto, rappresenta l’elemento caratterizzante dell’intero intervento. L’intento è quello di ricollocare e mettere in tensione l’imponente edificio (vero e proprio capolavoro dell’architettura neoclassica ad opera dell’ingegnere Giovan Battista Vinci) all’interno del contesto urbano vibonese assegnandone un ruolo di prim’ordine quale quello di attrattore culturale della città. La facciata è pensata come un frame tridimensionale leggero e traslucido che penetra anche all’interno del Palazzo (cortile) e che, come una sorta di ipertesto, tende a valorizzare le informazioni/stratificazioni materiali e immateriali dell’immobile; “una macchina del tempo” pronta a sorprendere e a rivelare lo spessore storico-architettonico e culturale dell’edificio, mediante il sapiente utilizzo della tecnologia (proiezione sulla facciata di personaggi storici, dettagli architettonici e informazioni varie che mettono in luce l’anima romantica che lo stesso edificio possiede in quanto costruito tra il XVIII e il XIX sec. con delle sfumature in superficie di colore rosso).

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50CON

TIPOLOGIA: A – ARCHITETTURA
DENOMINAZIONE: CONCORSO DI PROGETTAZIONE IN DUE GRADI “COSTRUZIONE DI NUOVE SCUOLE MEDIANTE SOSTITUZIONE DI EDIFICI”
COMMITTENTE: MINISTERO DELL’ISTRUZIONE – UNITÀ DI MISSIONE PER IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR)

AUTORI: GIOVANNI LAGANA’ CON ANTONIO CAMILLÒ, CRISTOFORO INFANTINO, SERGIO POLICARO
ANNO: 2022
SUPERFICIE: 1.294,00 MQ
COSTO COMPLESSIVO DELL’OPERA: € 2.086.976,56.

ABSTRACT

… Considero la scuola come un ambiente spaziale dove sia bello imparare. Le scuole sono cominciate con un uomo sotto a un albero, che non sapeva di essere un maestro, e che esponeva ciò che aveva compreso ad alcuni altri, che non sapevano di essere degli studenti. Gli studenti riflettevano sugli scambi di idee che avvenivano tra loro e pensavano che era bello trovarsi alla presenza di quell'uomo. Si auguravano che anche i loro figli ascoltassero un uomo simile. Presto si eressero gli spazi necessari e apparvero le prime scuole… (Louis Khan) 

Riflettere sul significato che assume oggi la scuola significa valutare il ruolo di questo luogo “pulsante” e in costante divenire, legato a comportamenti e a valori mutevoli quali l’accoglienza, l’inclusione, la cultura, la cittadinanza attiva, etc., tutte espressioni autentiche di una società cangiante e variopinta come quella attuale. Una nuova agorà del terzo millennio, è questa la cifra della scuola contemporanea; una nuova centralità nell’essere qui e ora e sentirsi parte di un mondo che avanza in un’architettura “aperta”, pronta ad accogliere la diversità e a includere tutti, senza lasciare indietro nessuno, nei processi di formazione e di educazione. La creazione della motivazione, della partecipazione e interazione fra pari, non ultimo, la costruzione attiva delle conoscenze, per dirla alla John Dewey, il learning by doing, sono tutte dimensioni che hanno dei punti di tangenza con gli ambienti di apprendimento e quindi con l’architettura scolastica.
La proposta nasce dalla reinterpretazione della tipologia a corte (1294,00 MQ) che, oltre ad essere tra le più utilizzate nella storia e soprattutto nei contesti mediterranei, risulta essere ancora attuale, facendo riscoprire il ruolo importante dello spazio “in-between”, quello tra interno ed esterno, orizzontale e verticale, e tra gli stessi ambienti interni dell’organismo architettonico. A partire dalla corte centrale, un vuoto protetto e rassicurante contraddistinto da una vera e propria “Orchestra” teatrale, in cui i bambini, consapevolmente e inconsapevolmente, vanno in scena quotidianamente percependo lo scandire del tempo, e da una “Cavea”, una formidabile seduta per guardare film e spettacoli teatrali en plein air o assistere ai vari giochi organizzati, copertura dell’aula magna e della palestra e privilegiato osservatorio verso la città, tutto l’impianto si struttura in diversi nuclei funzionali continuamente interagenti fra di loro, lasciando spazio alla fluidità dei percorsi e degli ambienti di apprendimento. Il concetto base è quello di sostituire il tradizionale corridoio interno, organizzato con aule disposte su entrambi i lati, con un percorso costituito da una successione di spazi attivi interni ed esterni, associati a diversi momenti di studio formale e informale.

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43CON

TIPOLOGIA: SP – SPAZIO PUBBLICO
DENOMINAZIONE: CONCORSO DI PROGETTAZIONE IN DUE FASI PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARCHEGGIO IN LOCALITÀ PACÌ A SCILLA (RC)
ORGANIZZOTORI: AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SCILLA

AUTORI: GIOVANNI LAGANA’ E SONIA LO SCHIAVO
ANNO: 2019
SUPERFICIE: 2,50 HA

 

ABSTRACT

Il progetto del parcheggio in Località Pacì a Scilla (RC), un luogo di particolare fascino e bellezza naturale della Costa Viola, si appoggia a dei valori etici, estetici ed ambientali che riformulano l’idea stessa del parcheggio attribuendogli una nuova dimensione contemporanea come luogo di aggregazione sociale e di incontro, un vero e proprio parco-parcheggio, “PacìPark”.
Un’area libera di 2,50 HA aperta su tre fronti e collocata su una collina rivolta a mare con una pendenza di circa il 30% ha permesso di ospitare e innervare una serie di segni e significati volti a risemantizzare un nuovo spazio pubblico, un impianto strategico e soprattutto di servizio alla città di Scilla.

Uno spazio ibrido strutturato per accogliere pezzi e tracce di paesaggio costiero, fagocitandoli al suo interno, senza venire meno all’obiettivo primario di prevedere almeno 300 posti auto.
Dal punto di vista progettuale, due sistemi hardware si sviluppano e si sovrappongono in lungo e in largo nell’area in questione dando origine a un nuovo paesaggio antropico e figurativo che risalta il genius loci, i linguaggi, i codici, gli elementi e i materiali del posto.

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41CON

TIPOLOGIA: SP – SPAZIO PUBBLICO
DENOMINAZIONE: CONCORSO INTERNAZIONALE IN DUE FASI PER LA PROGETTAZIONE DEL PARCO VIARNO A PREGASSONA (LUGANO).
ORGANIZZATORI: CITTA’ DI LUGANO

AUTORI: GIOVANNI LAGANA’, SONIA LO SCHIAVO
ANNO: 2018
SUPERFICIE: 3,00 HA

 

ABSTRACT

La realizzazione di un “Museo senza muri”, en plein aire, caratterizzato da collezioni outdoor (sculture) e ambienti naturali, costituisce un delicato leitmotiv per una utenza variegata.
L’idea progettuale è quella di definire uno spazio aperto dove opere d’arte e paesaggio si compenetrano e si fondono in un unico sistema semantico volto a contrassegnare la nuova fisionomia di uno sculpture park.

Un luogo ibrido impregnato di significati, elementi e materiali diversi tenuti insieme da un sofisticato design, dove lo spettatore è costantemente invitato a vivere un’esperienza polisensoriale su differenti livelli di percezione ed interazione. Il loisir, il gioco, la cultura, la didattica e l’educazione sono altri temi che con l’arte e la natura definiscono un programma ricco e articolato.

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24CON

TIPOLOGIA: SP – SPAZIO PUBBLICO
DENOMINAZIONE: CONCURSO INTERNACIONAL DE IDEAS PARA LA ORDENACIÓN DEL ÁMBITO DE LA PUERTA DEL SOL DE MADRID
ORGANIZZOTORI: COAM (COLEGIO OFICIAL DE ARQUITECTOS DE MADRID)

AUTORI: GIOVANNI LAGANA’, SONIA LO SCHIAVO CON GIUSEPPE ANANIA, DANIELA CRICRI’, RAIMONDO BRUNO DE RAFFAELE, ANDREA LONETTI, ALFONSO SANFILE, CHIARA SARACENO, MASSIMO SCALZO, FEDERICA SILIPO
ANNO: 2013-2014
SUPERFICIE: 1,10 HA

ABSTRACT

Puerta del Sol es una plaza a forma de “exedra” que desde el siglo XV representó por Madrid un espacio simbólico y emblemático por excelencia. Punto céntrico entre dos grandes zonas verdes, el Parque del Retiro y el de Atenas, tiene un carácter tipicamente urbano: un gran suelo donde la componente mineral adquiere una importancia extraordinaria tanto en el plano global de su organización, como en el comunicativo.
Hoy en día todo su aparato global (por ejemplo las señales de tráfico, los palos de iluminación, las garitas, etc.) aparece muy caótico, redundante por algunos aspectos, distorcionando la imagen de plano ideal de apoyo y de un perfecto lugar de encuentro.

El proyecto sale de las antedichas consideraciones/sugestiones y se basa en una idea muy simple, la de un grande “ABANICO”.
El dibujo de un objeto típico de la identidad española, además de color rojo, en linea con la natural conformación de la plaza, es el presupuesto de una visión unitaria, la de un espacio público contemporáneo que determine la justa tensión emotiva con las comunidades instaladas y no.
Como un grande paño, su suelo está marcado por las señales del pasado y del presente que simbolizan la tradición y las novedades de la identidad madrileña, por ejemplo las siete estrellas de cemento a la base del abanico, una citación al antiguo concejo territorial de la “Tierra de Madrid”, que se unen a la placa del Km 0, origen de las carreteras españolas, o la planta del Madroño (una planta símbolo elegida en los años por la capital madrileña) plantada a seto y situada a lo largo de las paradas del metro. Ritmo, movimiento, luz, tonalidades de colores y materiales de diferente natura representan los cánones fundamentales para la valorización del paesaje urbano de la entera plaza.

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